Una delle cose che fa un creativo è trovare un evento insignificante per molti e costruirci sopra qualcosa che lo renda interessante, colpisca o susciti emozioni.
Non è facile: abbiamo troppe teste diverse, e non ho mai trovato un’idea che sia piaciuta a tutti incondizionatamente.
E poi c’è un’alta componente di rischio che il creativo lavori a qualcosa che colpisce e fa divertire soltanto lui.
Uno dei cortometraggi col contenuto più brutto che abbia mai visto è quello che ha realizzato un mio amico regista ai suoi esordi: un uomo con un forte mal di pancia entra nella toilette di casa, in cui c’è solo il water (a Londra molte case hanno water e bagno in 2 vani diversi). Segue un minuto di riprese della sua faccia in primo piano mentre dà un significato a tutti i rumori che sentiamo. Dopo che fa quello che deve si accorge che la carta igienica è finita. Fine cortometraggio. A questo punto si dovrebbe ridere.
È difficile dire a una persona che ha lavorato tanto a qualcosa e ti chiede un parere che trovi il suo lavoro schifoso e offensivo, soprattutto quando ti racconta con entusiasmo di come, per raggiungere l’effetto sonoro desiderato, avesse buttato dei piselli in scatola nel water, poi riprendendoli e versandoli di nuovo per tutto il pomeriggio, interrotto solo dai suoi coinquilini, che dovevano usare il gabinetto.
Uno dei motivi per cui non mi ha fatto ridere credo sia la troppa attenzione verso l’aspetto defecatorio, un altro è stato che la mancanza di carta igienica a casa sua non mi sembra un ostacolo così insormontabile.
Sullo stesso argomento, invece, uno dei cortometraggi più divertenti che abbia mai visto:
una ragazza è in un letto matrimoniale, da sola. Si sveglia, e trova accanto la colazione con una rosa e un bigliettino che le dice di stare quanto vuole e quando esce di tirare semplicemente la porta. Mangia di gusto, respira il profumo sull’altro cuscino, si alza felice e vive la casa: guarda le foto, i vestiti e fa tutte le cose strane degli innamorati.
Poi va in bagno, usa il water, ma quando tira l’acqua non va giù. Ci riprova, e niente. Prova a versarci dell’acqua, ma non funziona. Dopo alcuni altri tentativi decide di prendere una borsa di plastica, usarla come un guanto e recuperare e portarsi via il contenuto.
Felice e bella, prima di andare via appoggia la borsa su un mobile, prende un foglio e scrive All’uomo perfetto, e dà un bacio col rossetto come firma.
Esce di casa saltellando, e quando si chiude la porta si rende conto di aver lasciato la borsa piena, proprio accanto alla sua dedica.
Tenta disperatamente di riaprire la porta, e si accascia sul pavimento in lacrime.
Credo che il tempo sia l’unico a decidere cosa vale e cosa no, perché il creativo è troppo impegnato a creare ed essere preso da quello che fa per essere obbiettivo, i suoi amici gli diranno più o meno sempre che quello che ha fatto è bello e tra tutti gli abitanti della Terra ce ne sarà sempre qualcuno a cui è sinceramente piaciuto.
Nel mio caso, per esempio, il teaser che ho fatto per il film a cui sto lavorando ha un intenso stile narrativo con un crescendo di emozione che culmina in un grande colpo di scena.
Per altri, invece, si tratta di 6 uomini che giocano a carte.
Non è facile: abbiamo troppe teste diverse, e non ho mai trovato un’idea che sia piaciuta a tutti incondizionatamente.
E poi c’è un’alta componente di rischio che il creativo lavori a qualcosa che colpisce e fa divertire soltanto lui.
Uno dei cortometraggi col contenuto più brutto che abbia mai visto è quello che ha realizzato un mio amico regista ai suoi esordi: un uomo con un forte mal di pancia entra nella toilette di casa, in cui c’è solo il water (a Londra molte case hanno water e bagno in 2 vani diversi). Segue un minuto di riprese della sua faccia in primo piano mentre dà un significato a tutti i rumori che sentiamo. Dopo che fa quello che deve si accorge che la carta igienica è finita. Fine cortometraggio. A questo punto si dovrebbe ridere.
È difficile dire a una persona che ha lavorato tanto a qualcosa e ti chiede un parere che trovi il suo lavoro schifoso e offensivo, soprattutto quando ti racconta con entusiasmo di come, per raggiungere l’effetto sonoro desiderato, avesse buttato dei piselli in scatola nel water, poi riprendendoli e versandoli di nuovo per tutto il pomeriggio, interrotto solo dai suoi coinquilini, che dovevano usare il gabinetto.
Uno dei motivi per cui non mi ha fatto ridere credo sia la troppa attenzione verso l’aspetto defecatorio, un altro è stato che la mancanza di carta igienica a casa sua non mi sembra un ostacolo così insormontabile.
Sullo stesso argomento, invece, uno dei cortometraggi più divertenti che abbia mai visto:
una ragazza è in un letto matrimoniale, da sola. Si sveglia, e trova accanto la colazione con una rosa e un bigliettino che le dice di stare quanto vuole e quando esce di tirare semplicemente la porta. Mangia di gusto, respira il profumo sull’altro cuscino, si alza felice e vive la casa: guarda le foto, i vestiti e fa tutte le cose strane degli innamorati.
Poi va in bagno, usa il water, ma quando tira l’acqua non va giù. Ci riprova, e niente. Prova a versarci dell’acqua, ma non funziona. Dopo alcuni altri tentativi decide di prendere una borsa di plastica, usarla come un guanto e recuperare e portarsi via il contenuto.
Felice e bella, prima di andare via appoggia la borsa su un mobile, prende un foglio e scrive All’uomo perfetto, e dà un bacio col rossetto come firma.
Esce di casa saltellando, e quando si chiude la porta si rende conto di aver lasciato la borsa piena, proprio accanto alla sua dedica.
Tenta disperatamente di riaprire la porta, e si accascia sul pavimento in lacrime.
Credo che il tempo sia l’unico a decidere cosa vale e cosa no, perché il creativo è troppo impegnato a creare ed essere preso da quello che fa per essere obbiettivo, i suoi amici gli diranno più o meno sempre che quello che ha fatto è bello e tra tutti gli abitanti della Terra ce ne sarà sempre qualcuno a cui è sinceramente piaciuto.
Nel mio caso, per esempio, il teaser che ho fatto per il film a cui sto lavorando ha un intenso stile narrativo con un crescendo di emozione che culmina in un grande colpo di scena.
Per altri, invece, si tratta di 6 uomini che giocano a carte.