12 dicembre 2008

CREATIVI CONTRO BUROCRATI: UNA BATTAGLIA IMPARI

Pensiero comune vuole che l’unico modo per entrare nel mondo dello spettacolo sia attraverso spintarelle.
È vero che ci sono aiuti istituzionali per sostenere economicamente i creativi, ma anche questi, a sentire molti addetti ai lavori, vengono dati quasi esclusivamente a raccomandati senza talento, ed è evidente quando si scopre alla fine di un brutto cortometraggio che ha ricevuto sostegni governativi.

Ma non credo che il sistema sia così marcio: c’è una spiegazione logica dietro.

Il regista o l’attore medio che tenta di trovare una strada per farsi conoscere è in linea di massima povero. Non ha un lavoro fisso, perché è sempre alla ricerca di qualcosa che gli dia l’occasione che cerca. Sbarca il lunario con lavoretti temporanei che gli permettono di pagare l’affitto, evita quasi tutte le cose superflue e non fa una gran vita. Dedica tutte le sue energie e ogni risicato soldino nel trasformare le sue idee in immagini, curando la qualità del suo lavoro, ma di solito non prende quasi in considerazione la promozione di quello che fa.

Poi ci sono quelli che hanno l’hobby: non rischiano tanto quanto i creativi, hanno spesso un lavoro ben pagato e tanto tempo libero. Fare un film per loro è molto più facile, perché non devono preoccuparsi dei soldi. I soldi permettono di fare il lavoro in poco tempo.
A differenza del creativo, che è in linea di massima insoddisfatto di quello che fa e spesso prova l’impulso di nasconderlo, loro ne vanno orgogliosi e vogliono che più gente possibile lo guardi, non rendendosi conto che spesso è ridicolo.
Inoltre, proprio perché hanno speso molte meno energie nela produzione del film, hanno molto più tempo ed energie da dedicare alla sua promozione.

Ecco perché spesso è premiata la mediocrità.

Uno dei pochi modi che il creativo ha di trovare il budget che gli serve è applicare a fondi istituzionali. Ma come si fa a decidere a chi dare i soldi e chi no?
Chi deve decidere è un burocrate, interessato prima di tutto alla giusta compilazione della domanda, che è un primo parametro per scremare le domande.
Un secondo parametro è il curriculum, e anche in questo caso l’hobbista può dimostrare di aver fatto più lavori e aver avuto più riscontro di pubblico, per esempio attraverso i festival.
Il creativo e la burocrazia sono nemici, e di solito rinuncia al primo tentativo, soprattutto indignato per la corruzione del sistema.
L’hobbista, invece, è un burocrate, sa come muoversi e accedere ai fondi, ed ecco che gli aiuti per i creativi si trasformano in aiuti per chi non ne avrebbe bisogno e produce lavori di scarso interesse creativo.

Quindi viviamo in un mondo schifoso e senza speranza?
No, biusogna solo trovare un modo per bucare il sistema.

Creativi, fare un film non è un progetto per solitari. Un film è un lavoro di squadra, ed essere arrabbiati col mondo non serve a niente.

Mettetevi insieme, aiutate gli altri a realizzare le loro idee e fatevi aiutare dagli altri, siate aperti a mettere in discussione le vostre idee: unite le forze e prendete il meglio da ognuno, perché in fondo il nostro obiettivo non è fare un film, ma che la gente lo guardi!

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