Arrivato all'aeroporto, prendo l'autobus per andare in citta', e qui conosco Marissa, l'autista: una ragazza molto formosa, che solo a guardarla capisci essere cresciuta sulle montagne scozzesi ad aria pulita e bistecche.
Prima di partire fa una rivisitazione personale del solito discorso sulle norme di sicurezza che qui gli autisti sono tenuti a enunciare (simile a quello sugli aerei), e dopo aver detto che bisogna allacciare le cinture aggiunge E' la legge, non ha a che fare con le mie abilita' alla guida.
Poi mima al rallentatore con il suo corpo un po' ingombrante ma molto espressivo cosa potrebbe succederci in caso di incidente senza le cinture, scatenando risate su tutto l'autobus.
Prima di partire fa una rivisitazione personale del solito discorso sulle norme di sicurezza che qui gli autisti sono tenuti a enunciare (simile a quello sugli aerei), e dopo aver detto che bisogna allacciare le cinture aggiunge E' la legge, non ha a che fare con le mie abilita' alla guida.
Poi mima al rallentatore con il suo corpo un po' ingombrante ma molto espressivo cosa potrebbe succederci in caso di incidente senza le cinture, scatenando risate su tutto l'autobus.
Io sono nella primissima fila, quella di chi ha lo stomaco suscettibile e teme per la strada lunga, e le chiedo quanto ci metteremo fino a Victoria. Prontamente, lei mi risponde 3 ore, io rido, controbatto a mia volta qualcosa di spiritoso e alla fine parliamo per tutto il viaggio.
Dopo un po' il discorso finisce sulla difficolta' per una donna di fare un lavoro considerato per uomini: Queste mi dice indicandosi il grosso seno con la mano libera, la costringono a lavorare di piu' per dimostrare il suo valore ai colleghi.
Poi le chiedo quale sia l'aspetto piu' difficile nel guidare un autobus turistico (che e' ancora piu' grande di uno cittadino), immaginando essere il parcheggio, e mi risponde che invece sono le strettoie, perche' se non prende bene le misure rischia di dover tornare indietro e rifare la manovra, con le altre macchine che non sono amichevoli nell'ora di punta.
Dopo un po' il discorso finisce sulla difficolta' per una donna di fare un lavoro considerato per uomini: Queste mi dice indicandosi il grosso seno con la mano libera, la costringono a lavorare di piu' per dimostrare il suo valore ai colleghi.
Poi le chiedo quale sia l'aspetto piu' difficile nel guidare un autobus turistico (che e' ancora piu' grande di uno cittadino), immaginando essere il parcheggio, e mi risponde che invece sono le strettoie, perche' se non prende bene le misure rischia di dover tornare indietro e rifare la manovra, con le altre macchine che non sono amichevoli nell'ora di punta.
E qui scatta la mia proverbiale abilita' nel dire la cosa sbagliata, anche se scrivendo questo blog dovrei avere ormai imparato che devo stare zitto, e le dico I guess it must be stressful for a woman like you to carry around this big fella and keep calm with all the people horning at your back.
Che nelle mie intenzioni vuole dire Credo che per una donna come te sia stressante guidare questo bestione e restare calma con la gente che ti suona dietro.
Ma l'inglese si presta molto facilmente ai doppi sensi, e una parola inoffensiva come horn [claxon] solo con l'aggiunta di una Y cambia completamente il significato della frase, e come mi rendo subito conto dalla sua reazione, le ho appena detto:
Credo che per una donna come te sia stressante portarsi dietro questo bestione e restare calma, con la gente arrapata alla vista del tuo culo.
Per evitare il mio errore, Claxonare non si dice To horn, ma To beat the horn [suonare il claxon].
P.S.: Il giorno dopo vado in banca e conosco Natalia, una bella ragazza russa venuta a Londra a 16 anni. Prima di parlare del mio conto facciamo 2 chiacchiere e le racconto questa storia, e mi dice che e' successo qualcosa di simile anche a lei quando ha fatto l'esame di guida in Inghilterra e invece di dire all'istruttore I blow the horn [suono il claxon] gli ha detto I blow the horny [faccio un po@@ino all'arrapato].
Comunque ha passato l'esame :-)
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