21 maggio 2010

SIAMO COSI' FORTUNATI...

Cannes, sera - Sono con un amico e 2 ragazze appena conosciute. Passeggio con una di loro e con la coda dell'occhio vedo dietro qualcuno che corre verso di noi.

Istintivamente penso che voglia scipparle la borsetta, che tiene tra noi, e stendo un braccio per fargli male col gomito.

Invece chiede l'elemosina con un po' troppo entusiasmo: io dico di no, lui insiste e la situazione si fa brutta. Lui importuna la ragazza, io mi metto in mezzo e senza che me ne renda conto lei si allontana e io mi preparo alla rissa.

Poi i toni si smorzano, lui mi insulta nella sua lingua, visto che lo capisco gli rispondo, e questo lo spiazza.

La cosa sembra finita lì. Poco dopo siamo tutti seduti a un tavolo, fuori da un pub. L'uomo spunta di nuovo, ancora più antipatico. Lui parla in francese, io in inglese. Fa commenti pesanti sulle ragazze e domande personali su di noi, e per quanto gli chiediamo di andarsene minaccia di restare lì se non lo paghiamo.

So che basterebbe dargli qualcosa per togliercelo di torno, ma ormai è personale, è un prepotente.
La sua minaccia mi fa scattare in piedi e capisce di aver esagerato.
In modo amichevole, ma deciso, gli metto un braccio dietro per spingerlo e ci allontaniamo:
- Lasciami stare! - fa lui.
- Non ti sto facendo niente - dico io.
- Non mi toccare!
- Non ti sto toccando - ribatto mentre continuo a spingerlo.
- Certo che mi tocchi, mi stai spingendo!
- Infatti, infatti.
- E allora non toccarmi!
- Non ti sto toccando...

Gli spiego che ci dà fastidio, che non può fare così, e lui mi chiede dove ho imparato la sua lingua. Mi fa domande su di me, e capisco che tutta la sua insistenza in realtà è una disperata ricerca di un rapporto umano.
Intanto ci avviciniamo a un McDonald's e gli chiedo se ha fame.
Così ci andiamo insieme. Lui parla italiano, dice che è andato in Italia per farsi qualche soldo, ma gli davano 15 euro per una giornata di lavoro, dall'alba alla sera, e non riusciva a sopravvivere. Questo mi fa sentire colpevole, perché è andato a casa mia per cercare la sua fortuna, invece ha trovato solo persone che volevano sfruttare la sua disperazione.

Gli chiedo cosa vuole, e lui indica la foto grossa del panino in offerta speciale.
Lui cerca di convincermi che è una brava persona:
- Sono un ladro. Ho rubato e sono stato in prigione, e poi mi hanno buttato fuori dall'Italia. Ma voglio dire, non è come uccidere...
- Patatine?
- No.
- Davvero? Un gelato?
- No, grazie. Vedi? Non sono uno che se ne approfitta, solo il minimo indispensabile.
- Da bere?
- Una Coca-Cola.
La cassiera gli chiede se grande o piccola e lui prende la piccola.

La ragazza gli mette le cose sul vassoio e io pago. Lui prende il panino in una mano e la Coca nell'altra.
Poi usciamo e lui, notando il tappo al bicchiere, esclama:
- E questa come la bevo?!?
Gli prendo una cannuccia.

Poi gli dico che ora devo andare, lui mi ringrazia, mi augura che Dio mi benedica, ci facciamo entrambi gli auguri, ci stringiamo la mano, e mentre lo lascio ho una sensazione sgradevole, perché penso che quella era la prima volta che entrava in un McDonald's.

Siamo così fortunati da poterci permettere di fare gli schizzinosi, vediamo il McDonald's come una realtà così quotidiana da non renderci conto che per molti è qualcosa di inarrivabile.
Il mare è pieno di yachts.
Un uomo coraggioso e che sa almeno 4 lingue è piegato dalla vita perché non ha avuto una chance, mentre altri forse non più in gamba di lui possono permettersi di pagare 18 euro per una Coca Cola.

Com'è bastarda la vita...

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