18 ottobre 2011

COME FARE UN BUON CURRICULUM

Negli ultimi anni in tanti mi hanno chiesto consigli su come scrivere il curriculum o scriverlo io per loro, e sono diventato una specie di autorità tra i miei amici.

Così ho deciso di riassumere qui tutto quello che ho capito leggendo libri, articoli, interviste, guardando video e parlando con consulenti e imprenditori.

1) Dimostrati entusiasta per il lavoro, ma non far vedere che sei entusiasta perché se vedono che vorresti il lavoro non te lo danno.

2) Un buon curriculum dovrebbe essere di una pagina, ma se la sua lunghezza è giustificata e il contenuto interessante va bene anche fino a 4. Comunque per nessuna ragione superiore a 2.

3) Cerca di capire esattamente cosa vogliono e durante il colloquio interpreta un personaggio che ha quelle caratteristiche. Sii te stesso, perchè alla fine sei tu quello che dovrá fare il lavoro e se non sai farlo se ne accorgono. Prima di tutto ottieni il lavoro, poi vedi se sai farlo.

4) Sii onesto nello scrivere il tuo curriculum e metti solo le esperienze rilevanti per quel lavoro. Copri i buchi e se hai passato troppo tempo senza lavorare inventa che hai fatto un viaggio o un corso di approfondimento.

5) Spendi molta energia nello scrivere una bella lettera di presentazione su misura per il posto di lavoro: l'80% dei consulenti scarta i candidati dalla lettera di presentazione. Il curriculum è la cosa piú importante e la maggior parte dei consulenti non guarda le lettere di presentazione.

6) Cerca di attirare l’attenzione del consulente con riquadri per evidenziare il testo e grafici sui tuoi interessi: riquadri e grafici servono solo a distrarre l’attenzione da chi sei veramente, confondono il consulente e mettono in luce la tua insicurezza.

7) I consulenti sono stufi di leggere sempre le stesse frasi. Scrivi il curriculum in modo discorsivo, raccontando le tue esperienze, più che elencandole con linguaggio specifico: un computer sceglie i curriculum più adatti a una certa posizione in base alle parole chiave che usi, quindi fallo schematico ed essenziale.

8) Il consulente sa che il candidato ideale non esiste. Prendi la descrizione del lavoro e argomenta punto per punto perché tu saresti il candidato migliore. Se calzi perfettamente nella descrizione sembrerai troppo qualificato, quindi troppo caro e ti scarteranno.

9) Esponi con frasi attive quello che TU sai fare e quello che TU puoi fare per l’azienda, ma metti al centro loro e non dire mai IO.

10) Sii chiaro e deciso nelle tue richieste per far capire cosa è importante per te, e tieniti lontano dal discutere di denaro o training.

11) Riuscire ad arrivare a un colloquio di lavoro è anche questione di fortuna, quindi più applichi, più hai possibilità di essere chiamato. Ma soprattutto, non è questione di fortuna, perciò non è importante il numero di curriculum che spedisci, ma la qualità con cui scrivi ognuno di loro.

12) Se conosci qualcuno che ti può dare una mano all’interno dell’azienda è la cosa migliore.

14 ottobre 2011

DICONO CHE GLI ITALIANI NON ABBIANO VOGLIA DI LAVORARE

Mi è appena arrivata un'email automatica per cui la persona che cerco non sarà in ufficio fino al 22 agosto.

...Ma siamo a metà ottobre...

13 ottobre 2011

APPLE NAPOLI da Lo Zoo di 105

Steve Jobs è cresciuto a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Qui, con il suo amico Steve Wozniak, fonda la Apple Computer, il primo aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vende il suo pulmino Volkswagen, e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I. Ne vendono qualcuno, sulla carta, solo sulla base dell’idea, ai membri dell’Homebrew Computer Club. Con l’impegno d’acquisto, ottengono credito dai fornitori e assemblano i computer, che consegnano in tempo. Successivamente portano l’idea ad un industriale, Mike Markkula, che versa, senza garanzie, nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple. Con quei soldi Jobs e Wozniak lanciano il prodotto. Le vendite toccano il milione di dollari. Quattro anni dopo, la Apple si quota in Borsa.

Mettiamo che Steve Jobs sia nato in provincia di Napoli. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi.

Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare.

Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.

I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.

Ma il giorno dopo arriva la Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?

Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa. C’è un commercialista a Napoli che sa fare benissimo queste pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”.

I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.

Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”.

Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.

Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.

I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.

La Apple in provincia di Napoli non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.

P.S.: Grazie a Luigi Fabozzi per la segnalazione.

12 ottobre 2011

GENTE CHE SI MANGIA I SERPENTI

Sono su un aereo per Londra e un'assistente di volo dall'accento asiatico ci avvisa dagli altoparlanti che tra poco ci porteranno bibite e serpenti.

- Maria - penso io - Ecco cosa succede quando subappalti il catering a una compagnia indiana!

Poi capisco che non intendeva Snakes [pron. Sneics, serpenti], ma Snacks [pron. Snecs, spuntini].

Mi affascina sempre come in inglese cambiando leggermente un suono puoi avere un significato completamente diverso.

03 ottobre 2011

I FATTI SU CHUCK NORRIS: L'AEREO NAZISTA

Qui trovate un'animazione in Flash su Chuck Norris che ho fatto ultimamente , basata sul libro dei Fatti The Truth About Chuck Norris.

Speriamo che vi piacerà :-)