25 maggio 2013

CANNES, TANTA VOGLIA DI FARE E ANCORA PIU' SFIGA

CANNES, ore 14.20 - Sto camminando sulla Croisette. Superata un'edicola vedo un'orchestrina charleston di 3 persone che si sta preparando a suonare. Sono artisti di strada, vestiti come negli anni 20.
Uno è alla batteria, uno ha una chitarrina, la donna, dietro un microfono d'epoca, ha un caschetto nero e un vestito a frange rosso che le lascia moderatamente scoperte le gambe, e suonerà l'ukulele come Marilyn Monroe in A Qualcuno Piace Caldo.
Davanti a loro, sul prato, la custodia della chitarrina contiene copie fatte in casa del loro CD e un po' di spiccioli per far capire al pubblico che sarebbe bello non suonare solo per la gloria.

Insieme sono così belli che si è già formato un certo pubblico, mentre la donna, sorridente, finge di mettere a posto le ultime cose per prendere coraggio.
Cominciano a suonare, e dopo un paio di giri lei tira fuori una voce così perfetta che dalla trentina di persone (compreso il vostro affezionatissimo) esce naturalmente un boato di stupore.

Non più di 5 secondi dopo, da 20 metri di distanza, arriva una sfarfallata di chitarra elettrica da una cassa di un milione di watt: dallo studio televisivo all'aperto in collegamento con tutta la Francia hanno deciso proprio in quel momento di accordare degli strumenti, probabilmente per un concerto che ci sarà la sera.

Dopo aver cercato inutilmente di andare avanti, sempre sorridendo la cantante smette di cantare e fa segno al suo piccolo pubblico di casuali ammiratori che aspetta che passi il rumore per continuare.
Ma poco dopo il suo sguardo si cristallizza quando capisce, e noi con lei, che non stanno accordando degli strumenti: quella è la prima canzone di un concerto.
Proprio a 20 metri da loro. Alle 2 e mezza di pomeriggio.

Morale: nella vita devi avere talento, passione e tenacia, ma senza un po' di culo non vai da nessuna parte.

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