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Quest’anno l’Università di Oxford, per scoprire chi festeggia dopo gli esami sporcando la città buttandosi addosso farina, uova e spumante, ha usato Facebook: un sito molto diffuso soprattutto tra gli studenti, per mettere in comunicazione facilmente amici reali e virtuali, e pubblicare messaggi e foto.
Alcuni giorni fa Alex Hill è stata multata di 70 sterline (circa 105 euro) con un’e-mail in cui l’Università riportava i link a 3 foto che la ragazza aveva pubblicato sul suo spazio web, che la ritraggono coperta di farina.
Lei sostiene che il suo profilo è accessibile solo ai suoi amici, e che l’intromissione dell’Università è una violazione della privacy.
Ancora più strano è il caso di un altro studente, che prima ancora di mettere piede in aula è stato multato di 40 sterline (60 euro) per aver impostato un evento invitando le persone a venire e coprirlo di schifezze.
Ma questi non sono i primi casi in cui il materiale che qualcuno pubblica su internet gli si ritorce contro.
Da un sondaggio condotto su 600 compagnie britanniche, una su 5 usa siti come Facebook per controllare possibili impiegati, prima di assumerli. Jacqueline Thomson, della Brands2Life, ha scartato un candidato dopo aver visto che aveva usato Facebook per parlare male dei precedenti datori di lavoro e discutere informazioni aziendali.
I giornali hanno parlato delle multe a Oxford più o meno allo stesso modo e senza particolare enfasi. Più interessanti sono i commenti dei lettori agli articoli on line: tra le decine di persone intervenute su varie testate, soltanto una si chiede com’è possibile che un’università abbia il potere di fare multe e minacciare di non permettere a una persona di laurearsi. Per la maggior parte degli altri, la discussione verte su Internet e il bisogno che sentiamo di condividere la nostra vita con persone che spesso non conosciamo, e senza renderci conto delle conseguenze che questo può causare.
Sebbene lasci molto perplessi che ubriacarsi, prendere droga e commettere atti di violenza e poi pubblicarne le foto su Facebook passi inosservato, mentre versare addosso a un amico un po’ di farina costi un’immediata multa, uno dei lettori di Times On Line dà il miglior consiglio agli studenti per non essere beccati: evitare di farsi fotografare infrangendo le regole e poi pubblicare le foto su internet.
Ironia della sorte, Facebook è nato come progetto universitario.
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