Parlo con un regista di cortometraggi italiano, che mi dice di aver speso 20 mila euro per il suo film.
Gli dico che non capisco bene questo mondo, perché è fine a se stesso, non circola denaro ed è riservato più che altro agli addetti ai lavori e agli appassionati. E' quella che in inglese si chiama una calling card, cioè invece di dare un biglietto da visita dai un DVD con quello che sai fare.
Ma è dura la vita per chi vuole intraprendere questo mestiere: dedichi tante energie, fai tanti sacrifici e metti ogni soldo per curare il tuo progetto e poi non te lo guarda nessuno, mentre un ragazzino obeso che canta in playback l'ultimo successo dance davanti a una webcam ha milioni di viewers: è frustrante.
Il regista attacca il solito pizzone che ho sentito tante volte sulla generazione youtube, su quanto la gente sia stupida e non cerchi i contenuti, di come il digitale stia rovinando il cinema e che se fosse per lui girerebbe tutto su pellicola e a rallentatore.
E ho sentito questo discorso così tante volte che oggi, invece di dargli corda, gli dico:
"E se avessero ragione loro?".
Noi che vogliamo fare cinema siamo pieni di noi stessi e delle nostre idee. Segretamente ci sentiamo tutti geni, e se gli altri non ci capiscono è perché non sono abbastanza intelligenti.
Ma se avessero ragione quelli che usano la webcam? Se ci fosse un nuovo linguaggio che noi non riusciamo a capire perché siamo troppo presi dalle nostre idee, e invidiosi perché il ciccione che canta a torso nudo è visto da milioni di persone in tutto il mondo e passa anche al telegiornale, mentre noi gioiamo se il nostro cortometraggio da 20 mila euro è clickato più di 20 volte?
C'è qualcosa di più complesso, che noi intellettuali e puristi non riusciamo a cogliere per il segreto rancore e l'invidia che proviamo.
Non si tratta di fare i buffoni, o auto umiliazione, ma di qualcosa che non riesco a capire, e che qualcuno senza tutta la passione che abbiamo noi riesce a cogliere e trasmettere per primo.
Questo inverno c'è stata una grande nevicata, e ho filmato un certo numero di miei finti scivoloni amatoriali. Ho scelto il migliore e l''ho uploadato su internet con parole chiave mirate, vicino a filmati che mi interessava che la gente guardasse.
Infine ho girato il link a tutta la mia rubrica come se fosse vero.
HUGE TUMBLE ON THE SNOW - MEGA SCIVOLONE SULLA NEVE
L'obbiettivo dell'esperimento era vedere se:
1) Collezionasse un numero altissimo di viewers.
2) Trascinasse anche i filmati che mi interessava far vedere.
Il risultato è stato deludente: i miei amici l'hanno guardato, e così altri che lo hanno trovato per caso in rete, ma il numero dei viewers non è stato molto diverso da quello degli altri filmati, e il numero dei viewers negli altri filmati non è cambiato in modo significativo.
Questa è una prova semi scientifica per tutti quelli che vogliono fare i film e si sentono superiori: la gente non è per forza cretina.
Il mondo cambia, e il digitale ci aiuta, non è un nemico.
Se noi non siamo disposti a cambiare rischiamo di fare la fine di chi produceva ottime diligenze quando ormai tutti andavano in treno.
Gli dico che non capisco bene questo mondo, perché è fine a se stesso, non circola denaro ed è riservato più che altro agli addetti ai lavori e agli appassionati. E' quella che in inglese si chiama una calling card, cioè invece di dare un biglietto da visita dai un DVD con quello che sai fare.
Ma è dura la vita per chi vuole intraprendere questo mestiere: dedichi tante energie, fai tanti sacrifici e metti ogni soldo per curare il tuo progetto e poi non te lo guarda nessuno, mentre un ragazzino obeso che canta in playback l'ultimo successo dance davanti a una webcam ha milioni di viewers: è frustrante.
Il regista attacca il solito pizzone che ho sentito tante volte sulla generazione youtube, su quanto la gente sia stupida e non cerchi i contenuti, di come il digitale stia rovinando il cinema e che se fosse per lui girerebbe tutto su pellicola e a rallentatore.
E ho sentito questo discorso così tante volte che oggi, invece di dargli corda, gli dico:
"E se avessero ragione loro?".
Noi che vogliamo fare cinema siamo pieni di noi stessi e delle nostre idee. Segretamente ci sentiamo tutti geni, e se gli altri non ci capiscono è perché non sono abbastanza intelligenti.
Ma se avessero ragione quelli che usano la webcam? Se ci fosse un nuovo linguaggio che noi non riusciamo a capire perché siamo troppo presi dalle nostre idee, e invidiosi perché il ciccione che canta a torso nudo è visto da milioni di persone in tutto il mondo e passa anche al telegiornale, mentre noi gioiamo se il nostro cortometraggio da 20 mila euro è clickato più di 20 volte?
C'è qualcosa di più complesso, che noi intellettuali e puristi non riusciamo a cogliere per il segreto rancore e l'invidia che proviamo.
Non si tratta di fare i buffoni, o auto umiliazione, ma di qualcosa che non riesco a capire, e che qualcuno senza tutta la passione che abbiamo noi riesce a cogliere e trasmettere per primo.
Questo inverno c'è stata una grande nevicata, e ho filmato un certo numero di miei finti scivoloni amatoriali. Ho scelto il migliore e l''ho uploadato su internet con parole chiave mirate, vicino a filmati che mi interessava che la gente guardasse.
Infine ho girato il link a tutta la mia rubrica come se fosse vero.
HUGE TUMBLE ON THE SNOW - MEGA SCIVOLONE SULLA NEVE
L'obbiettivo dell'esperimento era vedere se:
1) Collezionasse un numero altissimo di viewers.
2) Trascinasse anche i filmati che mi interessava far vedere.
Il risultato è stato deludente: i miei amici l'hanno guardato, e così altri che lo hanno trovato per caso in rete, ma il numero dei viewers non è stato molto diverso da quello degli altri filmati, e il numero dei viewers negli altri filmati non è cambiato in modo significativo.
Questa è una prova semi scientifica per tutti quelli che vogliono fare i film e si sentono superiori: la gente non è per forza cretina.
Il mondo cambia, e il digitale ci aiuta, non è un nemico.
Se noi non siamo disposti a cambiare rischiamo di fare la fine di chi produceva ottime diligenze quando ormai tutti andavano in treno.
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